Pensando a questo piatto, il nostro pensiero vola subito a Oropa, al nostro, Santuario,alla nostra Madonna Nera, venerata ed implorata da generazioni. Dopo aver pregato nel suo sacello e confidato le nostre pene a questa Madre, usciti confortati e pieni di speranza, dopo che i nostri occhi hanno spaziato sui monti che lo circondano inondandoli di verde o del bianco immacolato delle nevi, sara’ per l’aria fresca e pungente o per quel languorino allo stomaco che significa appetito, ma non troviamo di meglio che recarci in una trattoria e gustare questo tipico buon piatto, da sempre preferito anche dai pellegrini venuti da lontano che, prima di lasciare il santuario,erano soliti scrivere e spedire una cartolina a parenti e amici ,scegliendo quella che rappresentava una cascina con la scritta “Polenta Concia “. Di solito, scherzosamente, si mandava a coloro a cui non piaceva il formaggio.
Se vogliamo cucinarla a casa nostra, prepariamola cosė: per quattro persone : g. 300 di farina da polenta nostrana, g 150 di fontina valdostana, g. 150 di burro freschissimo di montagna, sale e pepe. far bollire nel paiolo di rame e possibilmente su fuoco a legna circa due litri di acqua salata, versare a pioggia la farina sempre rimestando : deve risultare morbida da mangiare con il cucchiaio; a metā cottura, incorporare il formaggio tagliato a dadini. mescolare sovente. La cottura deve durare circa quarantacinque minuti a fuoco lento. Versare poi la polenta in una zuppiera precedentemente riscaldata, spolverarla di pepe macinato direttamente. Sciogliere il burro in un tegamino sul fuoco, lasciandolo imbiondire, versarlo sulla polenta, mescolare e scodellare. Volendo, spolverare con parmigiano grattugiato che, anticamente, non veniva usato.
Tratto da : "dalla madia al fuoco del camino" :-: Edizioni Leone & Griffa
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